Ve la ricordate la casa della novantenne occupata nella zona di Pizzofalcone a Napoli? Ecco come sono entrati: usando un flex per scardinare un cancello (strano che nessuno abbia sentito e visto niente, caspita che isolamento acustico queste vecchie case!). Chi è stato? Il cognome lo potete leggere sui muri del quartiere insieme a quello di un altro clan. Se avete la pazienza di seguirci su Rai tre – Mi Manda Rai Tre, vi faremo sentire un po’ di testimonianze, vedremo come hanno ridotto la casa della signora e cosa risponde il comune, oltre alla denuncia di Francesco Emilio Borrelli.
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«Anna verrà», la poesia di una Napoli deserta che aspetta il cambiamento
Le immagini della meravigliosa città privata del suo calore e della sua folla e il brano di Pino Daniele interpretato da Assia Fiorillo.
«Undici primari contagiati: stiamo rischiando un focolaio di Covid all’ospedale Cardarelli di Napoli»
«I medici e i pazienti non hanno avuto i tamponi nonostante i contatti con i contagiati». La questione dei tagli dell’ospedale più grande del mezzogiorno.
Dentro il laboratorio dove si analizzano più tamponi possibile: la corsa contro il Covid 19
All’ospedale Cotugno di Napoli in funzione un macchinario in grado di eseguire rapidamente circa mille tamponi al giorno.
Nella chat dei medici che combattono il virus e testano la cura con il Tocilizumab
I WhatsApp di Paolo Ascierto direttore SC Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative INT Pascale di Napoli e la rete con i colleghi in tutto il mondo.
#iorestoacasa, in Italia ci sono 50 mila senza tetto: e loro come fanno?
Quella degli homeless è una categoria esclusa dalle misure di prevenzione sanitaria per la pandemia di Covid-19”. Il caso degli ospiti del dormitorio «La Palma» a Napoli: la notte sotto un tetto ma il giorno devono uscire e sono fuori.
Il Vesuvio dall’alto, bellezza e vergogna: 30mila abusi edilizi nel parco nazionale
Micro discariche, e scheletri di palazzi in costruzione tra paesaggi mozzafiato e la natura che prova a resistere anche ai roghi.
Napoli, Santa Maria di Portosalvo: la chiesa chiusa da 30 anni e il restauro infinito. «Così la criminalità fa i soldi con i cartelloni pubblicitari»
La vicenda (surreale) della chiesa di Santa Maria di Portosalvo a Napoli chiusa da trent’anni. La ditta che ha in concessione le affissioni pubblicitarie è sotto indagine della direzione distrettuale antimafia.
Napoli è un altro mondo
Ora l’ospedale, ma prima c’era stato l’asilo e poi la piazza popolare con le giostrine. Non esistono zone franche. Forse non sono mai esistite. E non c’è un altro posto come Napoli, una città in cui si spara in un pronto soccorso, si uccidono innocenti, si feriscono i bambini, si ammazza davanti alle scuole, dove non esiste un luogo in cui ci si senta veramente al sicuro.
«L’amica geniale», oggi l’ultima puntata. E la Napoli che racconta ora si divide fra guerra tra i clan e siringhe
C’era la polvere al rione Luzzati e c’è ancora. Come se tutto fosse fermo, come se non ci fosse vento. Una polvere che fluttua nell’aria, che posandosi ingrigisce le case popolari, una patina sui muri, sulle finestre, sui campanili delle chiese, sulla gente. Il quartiere napoletano che fa vivere le storie de «L’amica geniale» , nel romanzo di Elena Ferrante e poi nella serie di Saverio Costanzo, lo ritrovi nella polvere, che sembra una presenza innocua e invece divora tutto. È un’altra Napoli, quella che non vedi mai, che non è ancora abbastanza periferia est, ma che proprio come quella zona è già dimenticata e sembra lontanissima. E invece la Stazione Centrale è a due passi. Quella senza lungomare liberato, ma con un lungo-discarica abusiva che dall’altra sponda si offre ai bambini rimasti nel quartiere popolato per lo più da nonni soli. I ragazzini si ritrovano tutti i pomeriggi all’oratorio o nei campetti di calcetto toccati da quella passeggiata per automobilisti e per gli spavaldi e impuniti trafficanti di rifiuti speciali.