Micro discariche, e scheletri di palazzi in costruzione tra paesaggi mozzafiato e la natura che prova a resistere anche ai roghi.

(15 novembre 2019) – Dall’alto il Vesuvio è bellezza e vergogna. Legambiente ha contato quasi trentamila abusi edilizi in piena zona rossa, un’area che è parco nazionale in cui sono presenti discariche autorizzate e non, la natura che resiste e si ribella ai roghi.
Salendo sul cono tra il verde rigoglioso, coltivazioni secolari, paesaggi mozzafiato si notano le pinete diventate grigie perché carbonizzate dai roghi di un anno e mezzo fa. Oltre 1600 ettari distrutti dalle fiamme. Lasciata la bocca incastonata tra il cielo e il golfo spunta una discarica. E’ un impianto molto grande e fa impressione che stia tra la vegetazione e le rocce vulcaniche. E’ una cicatrice che sanguina percolato in una distesa di bellezza. «Si tratta dell’e x discarica Sari – spiega Rosario Scognamiglio – dell’associazione E.C.C.O. (educazione civica continua ottavianese) – attualmente è chiusa ed è una delle discariche utilizzate all’interno dell’area protetta durante l’emergenza rifiuti. Una scelta scellerata fin dall’inizio perché decidere di realizzare una discarica alle pendici di un vulcano così bello in territori magnifici come quelli che sono alle pendici del Vesuvio significa essere folli».

Qui la videoinchiesta: https://www.corriere.it/video-articoli/2019/11/15/vesuvio-dall-alto-bellezza-vergogna-30mila-abusi-edilizi-parco-nazionale/3d1e282e-06f7-11ea-8c46-e24c6a436654.shtml