Mi hanno chiesto un editoriale sulle academy della camorra. Per fortuna ci sono anche quelle della cultura. La salvezza o la paralisi di questa città si gioca sulla guerra silenziosa che proprio queste accademie sapranno combattere: da una parte della barricata quelle che creano opportunità per i giovani e dall’altra quelle che invece le sgretolano. La società civile e lo Stato hanno il dovere di prendersi delle responsabilità. Poi toccherà anche ai giovani quando arriverà il loro tempo, come diceva Pierpaolo Pasolini, e quindi stanchi di diventare giovani seri o contenti per forza, o criminali, o nevrotici ma destinati anche a ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa dalla vita, chiedere, ignorare e nemmeno subito già così sicuri. E soprattutto non pretendere che siano subito già così senza sogni.
Corriere del Mezzogiorno
Due omicidi in ventiquattr’ore, a Scampia ritorna l’allarme tra epurazioni del clan e faide
È un clima da “epurazioni” scomode più che da faida quello che si respira a Scampia, ma non per questo meno preoccupante. Due morti in 24 ore non sono mai un segnale trascurabile. Continua a leggere
Napoli, spia russa arrestata: ecco il documento con le accuse dell’Fbi
Questa è la prima pagina del documento redatto da un agente speciale dell’FBI sulla spy story quasi da guerra fredda, che ha toccato anche a Napoli ma che riguarda oltre che Stati Uniti e Russia anche Torino e alcuni italiani. Sullo sfondo lo spionaggio industriale, ma visto l’attivismo di Putin potrebbe trattarsi anche di qualche cosa di più. Il dirigente russo arrestato a Capodichino aveva ricoperto incarichi in paesi strategicamente importanti come la Turchia. È stato denunciato anche un ingegnere italiano che non ha avuto lo stesso trattamento della spia russa. Sarebbe interessante capire perché. E poi ci sono altri professionisti italiani, due sicuramente di Torino. Ho avuto la possibilità di leggere questo documento delle autorità americane e ho provato a spiegarlo in un pezzo. Se volete lo trovate sul Corriere del Mezzogiorno.
1992, l’anno delle stragi: una ragazza incontra la realtà
“Se tu dovessi pensare all’estate e ad un ricordo, cosa ti verrebbe in mente?”. “Direttore non so perché ma non ho dubbi: mi viene in mente l’anno della mia maturità è che l’hanno delle stragi. Quell’estate ha cambiato la mia vita”. “Ok, allora scrivi”. Ci dicevamo questo a luglio io e il direttore Enzo D’Errico. Lui che oltre ad essere stato un grande cronista e inviato è un uomo dotato di lucida follia, si è inventato una rubrica che si chiama “ricordi d’estate”. Sono venute fuori delle cose bellissime, dei pezzi di storia, racconti del nostro paese attraverso le vite di firme del giornale. Per esempio qualche giorno fa c’era un racconto imperdibile di Venanzio Postiglione. Ma devo dire che questo spazio è stato reso prezioso da tanti: De Giovanni, Buccini, Fiore, Rosi, Garofalo, Abate (sono solo i primi che mi vengono in mente). E oggi, forse immeritatamente, tocca a me. Oggi che è l’anniversario della morte del generale Dalla Chiesa. Oggi che guardo il mio paese annaspare e ho bisogno di quel ricordo di dolore, disorientamento, gioventù e impegno civile.
Specchiettiste e testimoni: le bambine della paranza
Sorelle, madri, fidanzate o mogli. Non sembrano mai protagoniste. E invece c’è una paranza delle bambine che agisce nell’ombra, che accanto ai “uagliuni”, li guida, a volte li costringe, qualche volta subisce, spesso rinuncia, quasi sempre si piega. Siamo partiti dalle ribelli per arrivare alle messaggere dal carcere e in questa seconda puntata troveremo spie, istigatrici, compagne rassegnate. Susetta, Emilia e Gioia vivono in una strada che non promette nulla di buono: «La via della morte». Era detta così via Oronzio Costa nei mesi della faida delle paranze: da un lato i “bambini” e dall’altra i “capelloni” o, come si autodefinivano impropriamente con assoluta mitomania, “i ribelli”.
Qui il pezzo intero: https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/cronaca/19_agosto_21/specchiettiste-testimoni-bambine-paranza-a2d76904-c3e6-11e9-9cd5-e8918a8264c8.shtml
Dora e la sfida alla “paranza”
Oggi per “Donne in nera” torno ai fatti dei giorni nostri e provo a raccontare che dietro alla paranza dei bambini c’è anche una paranza delle bambine forse più interessante. Una narrazione criminale e disperata al femminile. C’è chi partecipa, chi salva, chi prova a cercare un’altra strada. La prima di due puntate sul Corriere del Mezzogiorno.
Storia di Maria Cuocolo e del primo maxi-processo
Oggi sul Corriere trovate la seconda puntata di “Donne in nera “ con la vicenda di una criminale dei primi del ‘900 la cui storia si intreccia con il primo maxiprocesso per camorra e con uno dei primissimi eventi mediatici legati alla cronaca. Anche allora si parlò della possibilità che desiderio di visibilità e opinione pubblica condizionassero eventi e decisioni.
Donne in Nera – Il fascino feroce di Giuditta, condannata ad essere fantasma
Da oggi provo a raccontare, con una rubrica che si chiama “donne in nera “ dei fatti di cronaca che hanno come protagoniste le donne. È una cosa un po’ diversa dal mio normale lavoro d’inchiesta ma è una bella sfida fatta con il Corriere del Mezzogiorno e il direttore Enzo D’Errico.
Il tempo immutabile dei clan
Gli stessi clan da più di vent’anni che ora hanno imprese legali ovunque e inquinano l’economia sana. Tante bande criminali Di giovanissimi a presidiare un territorio parcellizzato che di fatto diventano eserciti sfruttati dai clan più potenti. Il traffico di droga con le mani nelle raffinerie sudamericane, il business del sistema dei giochi online per riciclare, l’occupazione di qualsiasi settore commerciale, l’utilizzo di colletti bianchi, professionisti, avvocati, medici, commercialisti, esperti di informatica, broker. Dico la mia sulla camorra e la relazione della direzione investigativa antimafia nell’editoriale oggi sul Corriere del Mezzogiorno.