Non è indifferente la scelta di chi ti accompagnerà in un percorso. E quando ho scelto Assia Fiorillo per il mio documentario Caine, sapevo che non sarebbe stato un salto nel buio. Potrei quasi dire che non l’ho scelta, ma che è arrivata insieme al progetto di raccontare il carcere, le donne detenute, una terra di mezzo che ci tocca tutti i giorni anche se spesso facciamo finta di niente. Sapevo di poter contare su di me, su Simona Petricciuolo (con cui lavoro sempre) e avevo bisogno di un’artista. Una che avesse la profondità dei grandi cantautori con cui sono cresciuta, la freschezza della sua età, lo studio e la competenza di chi non si ferma mai, la scrittura ricercata e popolare che in pochissimi hanno. Una che avesse l’umiltà di confrontarsi con altre donne senza pregiudizi e senza imporre la sua arte. Assia ha saputo fare di più. E’ entrata in contatto, ha condiviso e alla fine di mesi di lavoro non sempre facile e certamente non in discesa, è riuscita a raccontare e raccontarci. Ha scritto una canzone con il piccolo contributo mio (per il testo) e delle ragazze detenute che si chiama “io sono te”. L’ha affidata, così come il resto delle altre canzoni del suo disco in uscita ad ottobre, ad un grande produttore Massimo D’Ambra, lo stesso di alcuni lavori di Enzo Avitabile e Gue Pequeno. Oggi quella canzone è finalista (sono in 7 su 200) al concorso di Amnesty International – Italia, Voci Per la Libertà. Io ne sono molto orgogliosa, perché conosco la fatica, gli ostacoli, la tigna e tutta la vita che c’è intorno a questo progetto. E anche perché in questa canzone ci sono le parole e la pelle delle ragazze conosciute in questi mesi dietro le sbarre. Lo vedrete venerdì 3 luglio in seconda serata su Rai 3, quando la trasmissione cult Doc3 accoglierà “Caine”. In questo piccolo video per cui rischierò la vita (non so se Assia mi perdonerà mai), c’è qualcosina di quello che è successo. Ci saranno poi una serie di clips brevi che ci accompagneranno all’uscita del singolo su spotify e su tutte le piattaforme musicali il 3 luglio e poi al videoclip che girerà a metà luglio. Non vi chiedo di sostenerla e seguirla perché se vedrete chi è questa artista, lo farete e basta.
assia fiorillo
«Anna verrà», la poesia di una Napoli deserta che aspetta il cambiamento
Le immagini della meravigliosa città privata del suo calore e della sua folla e il brano di Pino Daniele interpretato da Assia Fiorillo.
Mia Martini, il documentario e «Almeno tu nell’universo» cantato dalle detenute
Ho voluto chiudere questo pezzo con la parola “fortuna”. Si, perché Mia Martini è stata una fortuna nella storia della musica e nella vita di chi ha voluto ascoltarla. Forse bisognava dirlo prima. Forse. Per curare quella vita fragile. Lo sapete che quando si spense stava ascoltando “Luna rossa”? Aspettava il letto della sua casa nuova. Era la prima notte che dormiva lì. Si addormentò, purtroppo per sempre, con Napoli nelle orecchie. L’ho scoperto grazie a Giorgio Verdelli che ha realizzato su di lei un film emozionante, pieno di notizie inedite, filmati mai visti, testimonianze appassionate. Andrà in onda stasera alle 21.20 su Rai 3. Nella carrellata su “Almeno tu nell’universo” tra Elisa, Serena Rossi e Maurizio Fabrizio, Giorgio ha generosamente inserito anche le detenute del carcere di Fuorni che cantano con Assia Fiorillo e che sono le protagoniste del documentario che sto realizzando in questi mesi. E’ un modo bellissimo per tendere la mano a chi è invisibile e considerato reietto. Ho conosciuto Mimì tanti anni fa e, da quello che ho visto, a lei tutto questo sarebbe piaciuto molto. Grazie Giorgio. Ho avuto la fortuna di vedere il film in anteprima e ho scritto sul Corriere il mio punto di vista.
Il regalo di Natale per le detenute del carcere femminile di Napoli
Giuseppina è libera dopo sei anni, Giovanna per la prima volta rivede le sue figlie. E all’interno del carcere si organizza un presepe vivente aperto alla città.