Oggi mi è stato chiesto di scrivere un editoriale sul Corriere del Mezzogiorno su tutta la vicenda delle nozze trash del neomelodico e della vedova di un boss degli scissionisti e del figlio di lei, che ieri ha staccato un orecchio ad un rivale in amore e ha aggredito la ex fidanzata. Io credo che certa violenza diventi normalità per chi ha il male sotto gli occhi tutti giorni e per chi ne mangia il pane. E penso che una città ferita dalla camorra come Napoli, non possa permettersi di dare asilo politico a giochi di business, di consenso e forse anche di potere intimidatorio oltre che ribalte pop a chi di camorra ha vissuto. Altrimenti dimostrino gli sposi che tutto quello sfarzo è frutto di un lavoro onesto e corretto anche dal punto di vista fiscale, che le esibizioni ai matrimoni non vengono pagate in nero, che mai la signora ha attinto al tesoretto del clan. Sicuramente sarà così. E si trovano facendo, spieghino anche come mai furono fatti sparire i bossoli esplosi fuori alla casa discografica del neomelodico con una calibro nove. Se volete, il pezzo è sulla prima pagina del Corriere del Mezzogiorno di oggi e anche a questo link:
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«L’amica geniale», oggi l’ultima puntata. E la Napoli che racconta ora si divide fra guerra tra i clan e siringhe
C’era la polvere al rione Luzzati e c’è ancora. Come se tutto fosse fermo, come se non ci fosse vento. Una polvere che fluttua nell’aria, che posandosi ingrigisce le case popolari, una patina sui muri, sulle finestre, sui campanili delle chiese, sulla gente. Il quartiere napoletano che fa vivere le storie de «L’amica geniale» , nel romanzo di Elena Ferrante e poi nella serie di Saverio Costanzo, lo ritrovi nella polvere, che sembra una presenza innocua e invece divora tutto. È un’altra Napoli, quella che non vedi mai, che non è ancora abbastanza periferia est, ma che proprio come quella zona è già dimenticata e sembra lontanissima. E invece la Stazione Centrale è a due passi. Quella senza lungomare liberato, ma con un lungo-discarica abusiva che dall’altra sponda si offre ai bambini rimasti nel quartiere popolato per lo più da nonni soli. I ragazzini si ritrovano tutti i pomeriggi all’oratorio o nei campetti di calcetto toccati da quella passeggiata per automobilisti e per gli spavaldi e impuniti trafficanti di rifiuti speciali.
Pino Daniele, il musical tra blues e camorra che ci ricorda la nostra antica condizione di migranti
Un gomitolo che si scioglie in mare. Un capo a chi parte e l’altro a chi resta. Tanto per non dimenticare che siamo stati anche noi dei migranti. Le onde, il vento e il tempo faranno il resto unendo e mischiando le storie. E’ il gomitolo di «Musicanti» l’opera pop ispirata all’eredità artistica di Pino Daniele che nel suo week end di debutto al Palapartenope di Napoli ha raccolto oltre 6 mila spettatori. Un successo che ha costretto gli organizzatori ad aggiungere altre tre date sotto Natale prima del tour in tutta Italia che toccherà Bari, Milano, Torino, Firenze, Assisi e Roma.
INTERVISTA AD AMALIA DE SIMONE. UN’EUROPA, MOLTE MAFIE
Nella puntata di #microfonoinmano, la nuova rubrica di Mafie sotto casa, l’intervista ad Amalia De Simone, giornalista d’inchiesta che da gennaio 2018, sul Corriere online, ha avviato una serie di videoinchieste a puntate sulla presenza della mafia italiana in Europa.