Dal coffeshop nel centro di Amsterdam base dei criminali negli anni ‘90 al grande smercio del porto di Rotterdam. Il capo della polizia olandese Wilbert Paulissen: «I tanti latitanti qui si mostrano come normali simpatici italiani, bravi in cucina».
18 gennaio 2018 – «I mafiosi considerano i Paesi Bassi un buon posto per nascondersi. Lo fanno soprattutto qui ad Amsterdam dove i criminali si incontrano e fanno affari. Penso che l’Olanda sia un paese molto appetibile per i clan: c’è il porto di Rotterdam attraverso cui entrano in Europa grosse quantità di cocaina ed eroina e poi abbiamo Amsterdam che di fatto è una specie di grande capitale per i criminali. In passato la polizia non si è dedicata molto ai mafiosi italiani e così l’Olanda è diventata una sorta di paradiso delle mafie». Koen Voskuil ribadisce i dati della polizia olandese sulla forte presenza di mafiosi attivi in Olanda. Addirittura, secondo un verbale del pentito di camorra Carmine Cerrato, i killer dei clan napoletani venivano inviati in Olanda per seguire un corso di aggiornamento sull’uso delle armi e dei fucili di precisione. L’istruttore sarebbe stato un personaggio italiano che viveva da tantissimi anni in Olanda e che era un conoscente di Raffaele Imperiale. «Un giorno Raffaele Amato (boss degli scissionisti ndr) mi chiese di perfezionarmi con la carabina o un fucile di precisione – spiega Cerrato ai pm Stefania Castaldo, Vincenza Marra, e Marco De Marco – e per fare ciò dovevo andare all’estero in Olanda dove, già in precedenza, conobbi questo allenatore che era italiano, parlava perfettamente inglese ed era un grosso narcotrafficante che vive da tanti anni in Olanda, non so da quale parte dell’Italia provenga. Il posto dell’addestramento era all’aperto ed in landa desolata».