San Paolo Maggiore, una delle chiese più belle nel quartiere dei Tribunali, imbrattata da una banda per sfidare i rivali. Il numero «17» e il ricordo di Emanuele Sibillo, baby boss ucciso 2 anni fa con la scritta minatoria: «Sentenza per sempre»
(19 novembre 2016) – La camorra imbratta con messaggi di morte le mura di cinta di una delle più belle basiliche di Napoli, quella di San Paolo Maggiore in Piazza San Gaetano. I clan scelgono lo stesso palcoscenico che pochi mesi fa fu di Dolce e Gabbana per la sfilata che fece il giro del mondo per sfidare le bande rivali. Di fronte c’è la via dei pastori, San Gregorio Armeno, gremita di turisti estasiati per la bellezza del centro storico. Tutti si fermano a guardare quello scempio, anche perché sulla parete appena ristrutturata della chiesa, le scritte si notano ancora di più. Tre frasi: il numero 17, il nome del boss Emanuele Sibillo, le lettere F.S. che stanno per famiglia Sibillo e il messaggio vero e proprio, l’impronta di una mano con la scritta «sentenza per sempre». Il riferimento è alla banda rivale dei cosiddetti «capelloni», i Buonerba che recentemente hanno subito una sentenza di condanna per alcuni suoi affiliati (tre ergastoli e due condanne a trent’anni di reclusione).
La videoinchiesta: http://www.corriere.it/cronache/16_novembre_19/napoli-messaggi-morte-dipinti-muri-una-basilica-centro-29b698b6-ae85-11e6-a019-c9633cc39a91.shtml