Centinaia di case vuote inutilizzate e appalto miliardario per quelle nuove a ditte citate negli atti di «Mafia capitale» e nel business inquinato dal clan dei Casalesi. Mentre a Norcia mille sfollati attendono una soluzione.
(28 settembre 2016) – Da un lato quasi 800 di casette in legno in ottime condizioni, disabitate e per la cui manutenzione ogni anno vengono spesi soldi pubblici. Dall’altro un appalto per la costruzione di casette prefabbricate nuove da oltre un miliardo di euro affidato ad un consorzio citato negli atti delle indagini di «Mafia Capitale» e in quelle su un business inquinato dal clan dei Casalesi. Infine la costruzione delle prime novanta casette da parte di una azienda che è stata in società con una ditta colpita da interdittiva antimafia. Accade in Umbria, a un mese dal sisma che ha interessato di nuovo anche questa regione dopo i giorni drammatici giorni del terremoto del 1997. L’emergenza riguarda gli sfollati che a Norcia sono più di mille. Finora sono stati nelle tendopoli ma finché non saranno messe in sicurezza o ricostruite tutte le abitazioni danneggiate o crollate, dovranno trovare una sistemazione dignitosa e sicura. In Umbria, dopo il sisma del ’97, stando al sito della Regione, Osservatorio sulla ricostruzione, furono costruite 766 casette di legno. Che fine hanno fatto? La maggior parte sono ancora lì, in campi ormai disabitati. In ogni area ce ne sono decine in fila. A Sellano sembrano tutte in discrete condizioni, tranne un paio il cui patio è diventato una mini discarica. Qui ci dicono che sono quasi tutte vuote. Nelle frazioni intorno a Foligno ci sono campi con delle casette che sembrano nuove di zecca. In uno riusciamo a contarne 53 ma solo pochissime sono abitate: in 7 ci sono 34 profughi, ragazzi arrivati in Italia da poche settimane e in una c’è una signora molto anziana con la sua badante.
La videoinchiesta: http://video.corriere.it/umbria-ricostruzione-terremoto-rischio-sprechi-infiltrazioni-mafiose/66921daa-84d2-11e6-b7a9-74dcfa8f2989