La verità? Non amo molto scrivere. Soprattutto quando poi non devo farlo per lavoro.
Prima dell’estate ho fatto una cosa che per me è un po’ contronatura: ho scritto una letterina. L’ho scritta a Papa Francesco. L’ho fatto perché ho capito quanto sia importante per le mie Caine, le detenute protagoniste del mio documentario, la dimensione religiosa e spirituale.
Ho capito quanto sia importante per loro l’accoglienza e Francesco ha sempre avuto parole piene d’amore per gli ultimi e non ha mai dimenticato i detenuti, lo ha fatto anche a Pasqua. Lo invitavo a guardare il documentario, ad ascoltare le loro storie e la canzone scritta da loro con Assia Fiorillo, ad avere un pensiero anche per quelle ragazze.
Non mi aspettavo nulla. Invece è arrivata la risposta, per conto di Francesco, dell’ispettore generale dei cappellani. Ci dice (condivido con Assia e Simona Petricciuolo) che Francesco pregherà per noi e ci esorta a “proseguire nell’impegno di scoperta di un’umanità ferita”. Non pensavo che io, così profondamente laica, mi sarei emozionata.
