Sound of Gangs, rivedetelo su RaiPlay

“Facciamo un programma di qualità e contenuti, senza stare a pensare alle regole degli ascolti. Portiamo notizie e storie dal mondo. Parliamo di cose che in tv arrivano sempre più di rado. Lo chiamiamo “Il Fattore Umano“, in un tempo in cui nel silenzio i diritti umani sono spesso calpestati”, disse un bel po’ di mesi fa quella guerriera di Annamaria Catricalà, una delle perle più preziose della Rai e della tv italiana in generale. In un anno in cui ho dovuto rompere e combattere con editori (mercanti in fiera direi…) che sono sempre di più una pallida rappresentazione di quel ruolo, che sono concentrati solo su prodotti commerciali e all’acqua di rose, che non pagano, che sfruttano, sentire quelle parole di Annamaria e vedere l’appassionato lavoro fatto insieme con Raffaella Pusceddu (anche lei un’autrice preziosa) e Luigi Montebello, regista bravissimo e di belle speranze con cui avevo già lavorato a Rec è stata per me una cura. Si una vera cura. Nonostante le difficoltà. Perché anche se 45 minuti scivolano via veloci, dietro c’è un lavoro veramente complesso.

Ho scelto ancora una volta che mi affiancasse Simona Petricciuolo alla quale chiedo scusa per le tante situazioni “al limite” in cui l’ho coinvolta, ma che spero sia contenta perché credo ne sia valsa la pena. “Sound of gangs” è un lavoro tra l’inchiesta e il reportage che volevo fare da tempo e questa trasmissione a cui stiamo lavorando da mesi e che ha ancora due belle puntate in gioco, mi ha permesso di realizzarlo al meglio. Dentro ci sono tanti fatti inediti, tante notizie, tanti personaggi che non è scontato che si concedano ad un giornalista e ad una telecamera. E c’è un racconto di una generazione che sempre più spesso rischia di perdersi. Perché si nasce in contesti complicati o perché si è vittima di fascinazioni pericolose. Se non c’è possibilità di vivere una infanzia ed adolescenza “piene” o ci sono poche opportunità o se si muore per caso o per niente o non c’è libertà di esprimersi beh, allora c’è una grossa violazione dei diritti umani. Il sottoproletariato mafioso genera bande criminali di giovanissimi capaci di inconsapevole crudeltà. E questo avviene in tutto il mondo.

Ho scelto Napoli e Londra perché della prima sanno tutti e la seconda registra numeri incredibili (oltre 100 morti all’anno per le gangs e quasi tutti sono ragazzini con meno di 21 anni). Le ho scelte per l’originalità della drill music e per le storie che rappresentano.

Voglio fare un po’ di ringraziamenti. A chi ha lavorato al programma e che però non si vede mai: Cecilia Feriozzi, Manuela Sinibaldi, Monica Pacini per la produzione (impareggiabili problem solver tra l’altro) e Duilio Francioli per il montaggio (mi ha sopportato per giornate intere in due lunghe fasi di lavorazione). Poi i colleghi che ci hanno dato spazio: Radio1 Rai con Moka e Giovanni Acquarulo, RaiNews 24 con tutta la squadra e il mitico direttore Andrea Vianello e l’amico mio Vittorio Di Trapani, Ciro Oliviero con il suo giornale, TPI che sono un’altra bella famiglia e il direttore Giulio Gambino, i miei amici di Report e il big boss Sigfrido Ranucci. Grazie per il supporto a Salvatore Presutto e Anna Maria Giaquinto e anche a Davide Mamone, con cui spero di lavorare presto. Grazie a Massimo D’Ambra, Paola Zukar, Real – Salvatore Bocchetti, Vale Lambo, Andrè – Andrea Schiavone, Carlo Epifani e Antonio Bosso del Il Tappeto di Iqbal, Sheldon Thomas di Gangsline, Corey Johnson, Lorraine Jones, Jermain Lawlor, Davide Palmisano e tutti i testimoni che ho dovuto coprire per motivi di sicurezza e tutela della fonti. Un ringraziamento speciale a Susy Sannino e al piccolo Manuele (della Fondazione Famiglia di Maria) che con generosità hanno raccontato un pezzettino della loro vita per avere speranza e darne agli altri regalandoci un finale emozionante. Infine ringrazio ognuno di voi, amici e non, che avete avuto un commento, uno sguardo, l’attenzione per il nostro lavoro. Metto per ora un punto ad un anno difficilissimo per tanti motivi per provare a ricominciare tra qualche settimana. Spero che il Fattore Umano abbia lunga vita. Nel frattempo se volete la puntata è già su RaiPlay o cliccando sull’immagine qui sotto.