Viaggio dentro la fondazione «Famiglia di Maria» nel rione Villa, a San Giovanni a Teduccio, uno dei più a rischio di Napoli. Qui spesso ci sono sparatorie e i giovanissimi vengono arruolati nelle paranze. Il progetto della Digita Academy dell’Università Federico II e della fondazione per aiutare i minori.

(12 dicembre 2019) – Quanto vale la presenza di una ragazzina che porta un cognome di camorra ad una marcia contro le mafie? Tantissimo. Più di mille militari a presidiare il territorio. Più di cento messaggi di solidarietà. Più dello stesso corteo. Più dei riflettori. E vale ancora di più quando con gli occhi da dura dice: “Io sono contro la mafia, per questo vado alle marce. Sono contro la camorra e non me ne importa niente se la gente, anche familiari puntano il dito e dicono: Come è possibile? Proprio lei? Che ci fa lì? Se il mio quartiere non è bello è colpa anche di quelli come mio padre. Lui ha sbagliato e adesso sta pagando e ne è consapevole”. Non è facile. Parlare così non è per niente facile. Perché dopo devi fare i conti con tutti, parenti, conoscenti, affiliati. Adriana ha 14 anni e mi ha mostrato il foro del proiettile sul portone della Fondazione Famiglia di Maria e poi il fiore sulla parete scheggiata dalla stessa pallottola e poi mi ha detto: “Sono venuti a sparare alla Fondazione proprio perché qui si toglie manovalanza ai clan che puntano sempre a ragazzi giovani – dice Adriana – loro non vogliono che studiamo e ci costruiamo un futuro”. Adriana ha il coraggio di metterci la faccia. In quanti lo fanno?

Qui il pezzo e il video: https://www.corriere.it/video-articoli/2019/12/12/napoli-proiettili-contro-bambini-strappati-camorra-mio-padre-carcere-felice-che-io-manifesti-contro-clan/5777d634-1c05-11ea-a465-3738695f913a.shtml