II procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri: «Se il potere politico dovesse ammettere l’esistenza e la presenza della mafia in Germania, dovrebbe dire anche che c’è da venticinque-trent’anni. E a questo punto è legittimo chiedersi in questi venticinque-trent’anni cosa fatto la politica?»
(17 maggio 2018) – Kaufen Kaufen Kaufen. Comprare, comprare comprare. E’ la frase chiave di una intercettazione telefonica tra alcuni ‘ndranghetisti all’indomani della caduta del muro di Berlino.Questa conversazione veniva riportata da pentiti e studiosi del fenomeno quasi come se fosse stata una leggenda. In realtà a captarla fu il team di investigatori coordinato da Bernd Finger, per quasi trent’anni a capo della sezione della dedicata al contrasto alla criminalità organizzata della polizia tedesca che segna l’inizio della consapevolezza da parte delle autorità tedesche della presenza mafiosa italiana.
«La mafia italiana è arrivata in Germania negli anni 70 assieme ai cosiddetti gasterbeiter e cioè i lavoratori emigranti che si spostavano ed è poi fondamentalmente restata – spiega Margherita Bettoni, coautrice del saggio Die mafia in Deutschland – «La mafia è presente soprattutto nelle regioni economicamente forti in Germania quindi nel Baden – Wuttenberg, La Baviera, Essen, nel North Rhine -Vestphalia ma è molto presente anche nell’est della Germania, per esempio in Turingia, nella città di Erfurt. Abbiamo zone che sono contaminate in modo molto forte come per esempio l’Algovia, nel sud della Baviera, Monaco, Stoccarda, Francoforte, e dintorni. La più forte delle mafie in Germania, al momento è la ‘ndrangheta. Il territorio tedesco può essere quasi diviso in due: c’è un asse nord-sud sul quale ha il dominio il clan Farao e un asse ovest – est sul quale sono predominanti i clan di San Luca.».