Sono un bancomat di carne per le organizzazioni criminali. La mafia nigeriana le recluta sempre più giovani, possibilmente minorenni: «Agli italiani piacciono esili e molto giovani» si legge in una intercettazione riportata in un provvedimento di arresto del tribunale di Napoli a carico di tre persone che riducevano in schiavitù ragazze nigeriane obbligandole a prostituirsi.

(19 luglio 2017) –

«Secondo l’organizzazione internazionale delle migrazioni nel 2016 in Italia sono entrate 12 mila ragazze nigeriane con il flusso dei rifugiati e richiedenti asilo» spiega Andrea Morniroli della cooperativa sociale Dedalus. «Questo significa per le organizzazioni criminali un investimento pari a 35 mila euro (la quota minima di debito che viene imposto alle ragazze) moltiplicati per 12 mila cioè 420 milioni di euro». Cifre impressionanti che la mafia nigeriana reinveste in droghe e armi alimentando un business criminale spesso sottovalutato. «Va detto che invece il nostro governo sul piano nazionale antitratta investe circa 20 milioni all’anno – aggiunge Morniroli – è evidente che c’è una sproporzione enorme e non si riesce a far fronte all’emergenza». Sarà per questo che guardando il video arrivato ad una delle nostre fonti (un mediatore culturale) mentre giravamo la videoinchiesta sulle prostitute minorenni nigeriane, non ci sorprende più la violenza con cui una madame si scaglia contro una giovane donna che si rifiuta di andare sulla strada. Il video, presumibilmente girato in una connection house a Castelvolturno e inviato da una delle ragazze presenti, mostra un pestaggio molto violento: la madame trascina la ragazza per i capelli, la morde e poi la colpisce con calci e pugni fino a lasciarla a terra, tra il letto e il comodino, priva di sensi.

La videoinchiesta: http://www.corriere.it/video-articoli/2017/07/18/io-prostituta-nigeriana-violentata-libia-picchiata-italia-ho-debito-50-mila-euro-cosi-ragazze-vengono-costrette-vendersi/74516c4c-6bd7-11e7-9094-d21d151198e9.shtml