La storia del clan di Gianni Maddaloni, maestro di sport e di vita che dà speranza a Scampia. Tra l’indifferenza delle istituzioni.
(24 febbraio 2014) – «O maè… sta arrivando ‘o maè». E tutti a sistemarsi il judogi e a sudare sul tatami. Gianni Maddaloni arriva con un avvocato per un colloquio con un ex detenuto che vorrebbe essere affidato a lui. «Gli dirà: ti piglio ma da ora in poi non devi sbagliare – commenta Ciro – (il nome è di fantasia per non rendere riconoscibile il ragazzo ndr) – lo disse anche a me, ho lasciato il carcere e ora sono qui. O’ maè mi ha cambiato la vita: mi dà consigli, mi rimprovera, mi dà forza. E’ quella figura paterna che mi è mancata. Ho avuto un’infanzia molto brutta. Ora però ho capito che ci si rovina la vita, si buttano via gli anni migliori. Ho imparato anche che sentirsi utili rende felici… io non lo sapevo ma aiutare un disabile o stare con i bambini ti fa sentire bene. Ora capisco perché nonostante tutte le difficoltà il maestro Maddaloni si sente felice; quando guarda i bambini che si allenano sul tappeto vedo che ha gli occhi lucidi di gioia. Questa è la sua vera vittoria».
Ciro è uno dei tanti ex detenuti che sono passati in affidamento nella palestra Star Judo del clan Maddaloni, una struttura piccola e viva nella spettrale Scampia, Napoli, dove sono cresciuti grandi campioni e la medaglia d’oro alle olimpiadi di Sidney Pino Maddaloni, uno dei figli di Gianni. ‘O maè è un maestro di sport e di vita per tanti.
Qui il video: http://www.corriere.it/inchieste/judo-che-salva-ragazzi-supermarket-droga/132fbef0-9d40-11e3-bc9d-c89ba57f02d5.shtml