C’è uno strumento fondamentale per monitorare, prevenire i rischi e gestire le risorse che è la carta geologica ma la sua compilazione è ferma al 2000 per mancanza di fondi. Il presidente della Società Geologica Italiana: «Se voi andate dal medico vi fareste curare da un medico che si rifà alle conoscenze del 1950?»
Sembra l’inferno. La terra sputa fluidi che ribollono e getti di vapore e gas. Tutt’intorno le rocce e poco distante i quartieri di Agnano e Bagnoli. Siamo a Napoli, nella zona di Pisciarelli dentro il super vulcano dei Campi Fegrei. Qui c’è la fumarola più grande d’Europa e qui si può sentire la potenza del respiro di un vulcano attivo.
La fumarola viene continuamente monitorata dei geologi dell’Ingv – osservatorio vesuviano. «C’è stata una grande eruzione – dice Vincenzo Morra, ordinario di petrografia all’Università Federico II di Napoli e coordinatore per la comunicazione della Società geologica italiana – circa 39.000 anni fa di grande impatto i cui prodotti sono stati ritrovati addirittura in Siberia». »Il vulcano va monitorato e va tenuta in considerazione la pericolosità elevata ma al momento è sotto controllo», spiega Stefano Caliri, primo tecnologo dell’ING V sezione Napoli.
Il video 360°: https://video.corriere.it/dentro-supervulcano-italiano/d5d2caa4-3ea0-11e9-a087-9569392dec32