Avellino, l’inchiesta sull’Istituto religioso dei frati dell’Immacolata. C’è un’altra testimonianza: «Ecco la cartolina che ho dovuto compilare e firmare col mio sangue»

patto di sangue

(4 gennaio 2016) – Era il 1996 e lei era una ragazzina. Era entrata nel convento dei francescani dell’Immacolata minorenne, a soli 17 anni con il fervore di cui sono capaci i giovani e quel giorno, dopo solo pochi anni finalmente prendeva i voti. Le sembrò strano ma aveva tanta fiducia nelle sue superiore e in padre Stefano Maria Manelli e così non battè ciglio quando le chiesero di pungersi le dita e intingere il pennino nel sangue per scrivere la sua promessa su una cartolina. Da un lato l’immagine della Madonna, dall’altro la data e 7 righe scritte con una grafia incerta, incorniciate da pois diventati ormai di un rosso bruno. “Si, sono degli schizzi di sangue. Ero emozionata, la mano mi tremava. Era un modo per sentirci legate per sempre a quella vita e al Signore. Lo chiamavamo patto di sangue”.

La videoinchiesta: http://video.corriere.it/violenze-intimidazioni-convento-suore-spunta-altro-patto-firmato-col-sangue/ca820cbc-a959-11e5-8f07-76e7bd2ba963