Uonderuò

Allora… si sa che a me piacciono poco le chiacchiere e tanto quelli che fanno cose pratiche. Anna Riccardi è una di queste. Prima di arrivare alla sede della fondazione “famiglia di Maria”, che una volta era un orfanotrofio, bisogna attraversare un rione detto della “furnaria” perché una volta lì si faceva il pane. E oggi che si fa? Poco, molto poco. Potrei dire che di si spara, ci sono le stese.

E non lo direi per dare un connotato necessariamente negativo ad un rione, marchio gomorrista alla gente che vive lì. Lo direi perché è vero, succede e la gente subisce. San Giovanni a Teduccio, Napoli est. C’è molto poco da fare. Lo Stato si sente a corrente alternata e per lo più sono passerelle.

Però da poco tempo c’è l’università, c’è il centro con la scuola di formazione della apple. Per arrivarci attraversi strade dove sui muri si legge “w la coca”, “w il boss” o i nomi delle famiglie di camorra come i Formicola o i Rinaldi (poi non chiedetemi perchè oltre che bello è importante il lavoro di Jorit a Napoli Est). Mancano punti di aggregazione dove far ritrovare le donne che in quartieri come quelli si portano sulle spalle esistenze di famiglie intere e i bambini che sono invece “prodotti” interessanti per i clan (che schifo dire così ma per queste merde è così). Continua a leggere