Gli indagati per lo stupro a Napoli, perché pagano sempre i più deboli?

Il titolo già dice tutto: “Perchè pagano sempre i più deboli?”
Al Corriere abbiamo uno dei blog più belli e letti del panorama italiano. E’ un blog storico, uno spazio di libertà che ha consentito tante battaglie, soprattutto contro disuguaglianze e violenze di genere. E’ la 27esimaora e per me è molto bello che abbia voluto pubblicare il mio commento, pubblicato stamattina su fb sulla vicenda dello stupro nell’ascensore della circumvesuviana.
Qui il link al pezzo.

Non riesco a non pensare che alla fine sono sempre i più deboli a dover pagare più degli altri. Al fatto che dei giudici trovino normale che tre persone abbiano rapporti sessuali in un ascensore della circumvesuviana con una ragazza che, con dovizia di particolari definiscono nella motivazione di un provvedimento di scarcerazione, affetta da gravi disturbi psichici, che di questi problemi i tre «poveri» maschi dall’ormone incontenibile sapevano e che tutto questo sia ritenuto lecito.

Non riesco a non pensare che alcuni colleghi abbiano riportato tutti tutti tutti i dettagli più intimi della patologia della ragazza, perfino le confidenze fatte allo psicologo che la assiste e che normalmente sono coperte da segreto professionale.

Perché? Ci sono tanti modi per spiegare evitando di violare privacy e intimità ed evitando anche una sofferenza in più a questa ragazza fragile. Dice… ma è una vicenda di pubblico interesse che ha suscitato tante polemiche soprattutto sulla decisione dei giudici e poi è tutto pubblico in quanto depositato nella sentenza.E allora che si fa? Per riparare «l’onore» dei togati, i giornalisti necessariamente devono passare sopra tutto e sopra anche il dolore di una donna?
E poi perché non ricordare con la stessa forza che comunque c’è un referto medico che certifica lo stupro e che la polizia aveva fatto indagini e la procura le aveva approfondite sulla scorta degli stessi elementi in mano ai giudici del riesame, giungendo a conclusioni opposte tanto da arrestare i tre?

La vicenda giudiziaria è quindi tutt’altro che chiusa ma oggi pare che sia il momento di beatificare tre povere vittime della giustizia e dell’opinione pubblica forcaiola. Peccato che quei tre, se le cose stanno come scritto nelle motivazioni del riesame, per me si sono comunque approfittati di una ragazza in grave difficoltà. Peccato che come avvenne per la povera Tiziana Cantone, anche se con modalità diverse, oggi della ragazza della circumvesuviana si conoscono particolari di una intimità che mai andrebbe violata. E invece lo si è fatto. Con la speranza che le conseguenze di tutto questo non diventino ancora più drammatiche.